Le «borie» vichiane come paradigma euristico. Hybris dei popoli e dei saperi fra moderno e contemporaneo a cura di Rosario Diana - page 337

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L’arroganza della teoria
gnia del quale possano essere rammemorate stagioni lontane, né è una
guida, che aiuti a sbrogliare la matassa dell’esistenza. La cura è diventata
improvvisamente sterile, priva di interesse e di scoperte:
Se le ore di raccoglimento presso il dottore, avessero continuato ad
essere interessanti apportatrici di sorprese e di emozioni, non le avrei
abbandonate o, per abbandonarle, avrei atteso la fine della guerra che
m’impedisce ogni altra attività (p. 1049).
Il sapere di cui lo psicanalista si fa custode è opaco, inutile, ar-
tificiale: come una formula automatica, un prontuario di formule
e di soluzioni, da cui non si attende nessun effetto. Il paziente ha
accantonato qualunque fiducia in una scienza di cui non si fida e
da cui non spera nessun aiuto e nessuna redenzione:
come potevo sopportare la compagnia di quell’uomo ridicolo, con quel
suo occhio che vuole essere scrutatore e quella sua presunzione che
gli permette di aggruppare tutti i fenomeni di questo mondo intorno
alla sua grande, nuova teoria? […] Ogni sincerità fra me e il dottore
era sparita ed ora respiro. Non m’è più imposto alcuno sforzo. Non
debbo costringermi ad una fede né ho da simulare di averla (
ibidem
).
L’espressione «grande e nuova teoria» va naturalmente intesa al
contrario. Il tratto qualificante del Dottor S. è la «presunzione»,
forse perfino la sua
boria
, in forza della quale la molteplicità dei fe-
nomeni è ricondotta con una violenza sistematica all’interno di un
modello invariabile e preesistente. Un tale modello assicura la dia-
gnosi e, in maniera conseguente, dovrebbe garantire la guarigione:
La mia cura doveva essere finita perché la mia malattia era stata
scoperta. Non era altra che quella diagnosticata a suo tempo dal
defunto Sofocle sul povero Edipo: Avevo amata mia madre e avrei
voluto ammazzare mio padre» (
ibidem
).
La soluzione proposta sembra a Zeno una stravaganza: una for-
zatura, che dissolve la sua personale esperienza dentro il quadro
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