Le «borie» vichiane come paradigma euristico. Hybris dei popoli e dei saperi fra moderno e contemporaneo a cura di Rosario Diana - page 299

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Borie, antiquaria, vetero-classicismo
salotti parigini, il “Machiavellino”
2
amante del riso e della vita, ma
pure tanto incline alla malinconia. La sua fama nasce sicuramente
dalle mille sfaccettature dei suoi interessi, sebbene il suo nome
sia passato alla storia soprattutto grazie alla fortuna degli scritti di
carattere economico e politico, come testimonia il fatto che egli
è ricordato in quasi tutte le riflessioni dei Secoli XIX e XX, da
Marx a Schumpeter. Di certo l’intera attività intellettuale dell’abate
Galiani segue il passo oscillante del suo Secolo, segnandone la pro-
blematicità e la duplicità, e per questo iscrivendo l’interpretazione
del suo pensiero essenzialmente entro due tradizioni: l’una erudita,
che tende a celebrare lo studioso di problemi economici e politici
insieme all’uomo attento ai fatti del suo tempo; l’altra più vicina ad
un filone apologetico, che si concentra sulla ricca aneddotica che
riguarda la sua biografia e la sua brillante personalità, sebbene per
valutare correttamente il suo pensiero è importante non dimen-
ticare che sotto le scandalose opinioni in campo morale, civile e
religioso che circondavano la sua immagine – e che sono poi state
tramandate nel tempo – è sempre sottesa una
ratio
politica molto
acuta, che affonda nell’orizzonte “libertino” la sua più vera ed au-
tentica essenza, introducendo questo singolare personaggio nella
controversa storia del pensiero morale e politico dell’età moderna.
Per cogliere poi l’esatto orizzonte entro cui collocare la pratica
libertina di Ferdinando Galiani è necessario ricordare le due pre-
condizioni che hanno segnato il libero pensiero italiano, e cioè un
rapporto particolare con la chiesa, e un indirizzo rigorosamente
machiavelliano della teoria e della prassi filosofico-politica, come
pure bisogna tenere presente il fatto che il libertinismo – sviluppa-
tosi dal cuore stesso del clero sempre in bilico tra dissimulazione
ed eresia – assunse in Italia i connotati del più estremo relativismo
etico e religioso
3
. Se Ferdinando Galiani, quindi, è stato un «liber-
tino» è perché ha aderito in pieno al “modo” del XVIII Secolo, e
ha voluto fortemente fare parte di un mondo la cui struttura della
2
Cfr.
infra
n. 19.
3
Cfr. G. Spini,
Ricerca dei libertini. La teoria dell’impostura delle religioni nel Seicento
italiano
, Roma, Editoria universale, 1950.
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