Le «borie» vichiane come paradigma euristico. Hybris dei popoli e dei saperi fra moderno e contemporaneo a cura di Rosario Diana - page 231

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La
philotimia
di Diodoro Siculo
Da una iniziale ricognizione delle testimonianze emerge, peraltro,
un intricato accumulo di tradizioni, la cui collocazione diacronica
e diatopica è fortemente diversificata. La prima conclusione che se
ne può trarre è che non appartiene alla espressione culturale elle-
nica la formulazione di un mito di fondazione univoco e universal-
mente condiviso. In questo senso l’operazione di Bernal, che pro-
pone di recuperare, opportunamente modificandolo, il “modello
antico” attestato dalla tradizione ellenica, e relativo alla derivazio-
ne egiziana/orientale della civiltà greca, si rivela discutibile fin dai
presupposti, dal momento che le fonti elleniche non restituiscono
sulla preistoria dei Greci un singolo paradigma narrativo, ma diver-
si
patterns
derivanti da tradizioni stratificate e incoerenti. Lo stesso
mito di Deucalione e Pirra, i due anziani coniugi sopravvissuti al
diluvio che dalle pietre avrebbero fatto rinascere l’umanità
17
, non
fa altro che confermare, data la diffusione limitata e le differenti
versioni che lo tramandano, la difficoltà dei Greci a fornire un re-
soconto unico dei loro storici primordi
18
. Sempre Diodoro Siculo,
nel V libro della
Biblioteca storica
(V. 57-58), ne fornisce una singo-
lare versione tramandata da Zenone, secondo la quale i Greci non
conservano memoria dei tempi antidiluviani (quindi precedenti
alla “rinascita” ad opera di Deucalione e consorte), durante i quali
avrebbero fondato città e scoperto l’astrologia e la scrittura. Da
questa perdita della memoria storica sarebbero derivate le “false”
tradizioni sulle scoperte astrologiche degli Egiziani, e sull’esporta-
zione in Grecia dell’alfabeto fenicio. I presupposti ideologici (el-
lenocentrici) di questa versione del racconto sono ben evidenti:
le tradizioni sulle origini egiziane e fenicie di culti, pratiche, usi e
conoscenze dei Greci sono di fatto neutralizzate dalla collocazio-
17
Cfr. ps.-Hes., fr. 234 M.-W.; Acus. 2
FGrHist
F 35; Pind.,
Ol.
IX. 41-45;
ps.-Apoll. I. 7, 2.
18
«Despite purporting to provide a universal explanation for human origins,
this tale never succeeded in establishing itself as the authoritative account of
beginnings in the same way as the biblical tale of Adam and Eve or the creation
myths of the Near East. It remained in essence a local East Lokrian myth» (J.M.
Hall,
Hellenicity. Between ethnicity and culture
, Chicago and London, The University
of Chicago Press, 2002, p. 31).
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