Le «borie» vichiane come paradigma euristico. Hybris dei popoli e dei saperi fra moderno e contemporaneo a cura di Rosario Diana - page 222

Raffaele Carbone
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ragioni che nel testo viene alla luce un modello sociale antitetico a
quello europeo.
Pertanto, se si raccordano le pagine iniziali e la conclusione del
capitolo, appare in tutta la sua forza, a nostro parere, il duplice
attacco che Montaigne porta contro il mondo europeo: la critica
di un certo sapere umanistico impermeabile all’esperienza e alla
novità, e quella indirizzata alle contraddizioni e alle disparità della
realtà sociale e politica della Francia e dell’intera Europa cristiana.
È dunque plausibile, alla luce di queste considerazioni, leggere
alcune pagine degli
Essais
di Montaigne come un lavoro di erosio-
ne di una certa versione del mito umanistico, imperniata sulla pie-
na attendibilità degli autori antichi e sull’indiscusso primato etico-
politico dell’uomo europeo. Montaigne, d’altro canto, come si è
argomentato, libera le potenzialità di un discorso sull’altro che non
resta deformato e sminuito dalle lenti con cui l’altro è osservato.
Infatti, nel moto incessante e sinuoso degli
Essais
, in particolare
in
Des Cannibales
,
l’autore non si limita a descrivere le popolazioni
americane rielaborando e meditando il materiale di cui dispone,
ma mette in questione una serie di elementi portanti della società
e della cultura del suo tempo: la fiducia umanistica in un’attività
intellettuale dedita al culto del passato senza in realtà reinterrogar-
lo alla luce dell’esperienza; le basi stesse su cui si può affermare di
possedere una conoscenza esatta del mondo; lo sfaldamento mo-
infatti, perde tutto il suo potere quando torna la pace, e la sua autorità, incon-
testata durante le spedizioni guerriere, che inducono la comunità – messa alla
prova da una minaccia esterna – ad accettare un potere coercitivo, è strettamen-
te sottoposta al controllo del consiglio degli anziani in tempo di pace. Il potere
civile è allora fondato sul
consensus omnium
e non sulla costrizione; esso ha una
natura profondamente pacifica e una funzione riconciliante, poiché il capo mira
alla salvaguardia della pace e dell’armonia nella comunità (cfr. P. Clastres,
La
société contre l’État. Recherches d’anthropologie politique
, Paris, Les Éditions de Minuit,
2011, pp. 11, 27-28, tr. it. di L. Derla,
La società contro lo Stato. Ricerche di antropo-
logia politica
, Verona, Ombre Corte, 2003. Si vedano a riguardo i lavori di R.B.
Romão, Nouveau Monde, politiques anciennes: la subordination du politique à la guerre
dans “Des cannibales”
, in «Montaigne Studies», XXII, 2010, 1-2, pp. 173-186, e P.
Slongo,
Governo della vita e ordine politico in Montaigne
, Milano, Franco Angeli, 2010,
pp. 153-154).
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