Le «borie» vichiane come paradigma euristico. Hybris dei popoli e dei saperi fra moderno e contemporaneo a cura di Rosario Diana - page 220

Raffaele Carbone
220
Al cospetto di letture come quelle di Defaux o Todorov, che fan-
no coestendere memoria culturale europea e spazio testuale mon-
taignano, si può, dunque, opporre un’altra visione dello spazio de-
gli
Essais
, segnata dall’apertura, dallo slargo, dalla possibilità della
comunicazione, che, nel discorso di N. Panichi, illuminano l’alba di
un nuovo umanesimo. Questo nuovo umanesimo potrebbe esser
letto, a nostro avviso, anche in senso saidiano, ovvero umanesimo
come critica democratica
24
, capacità di mettere in questione il pro-
prio stesso patrimonio culturale, le sue falle, le sue ipocrisie, i suoi
discorsi ideologici. L’umanesimo declinato in prospettiva saidiana,
potendo essere altra cosa rispetto al culto silenzioso dei classici,
alla pura filologia della parola, mira a dar corpo a una «filologia
vivente»
25
che attraverso i testi studia i fatti particolari e porta allo
scoperto le tare e i silenzi ideologici della stessa cultura umanisti-
ca. Da questa prospettiva, tale umanesimo prende forma in
Des
Cannibales
nei molteplici movimenti del testo, e così sconcerta e
mette in questione un umanesimo serrato e sigillato nella storia e
nella tradizione europee (che non attinge l’altro se non attraverso
l’immagine da queste costruita), e fa vacillare la fiducia nella capa-
cità che le nostre idee avrebbero di rappresentare il mondo, sino
alla
pointe
finale in cui gli stessi cannibali prendono parola, rivol-
gono il loro sguardo sulla società europea e le contrappongono
le forme di strutturazione delle relazioni umane e di gestione e
distribuzione delle risorse da essi realizzate oltreoceano.
È sempre stimolante tornare sulle pagine conclusive di questo
24
«Potrei addirittura arrivare a dire che l’umanesimo è critica, critica diretta
allo stato attuale delle cose, fuori e dentro l’università (posizione che certamente
non è quella adottata da quell’umanesimo capzioso e limitato che si identifica
con la formazione di una élite) e che trae la sua forza e la sua rilevanza dal
proprio carattere democratico, secolare e aperto» (E.W. Said,
Umanesimo e critica
democratica. Cinque lezioni
, tr. it. di M. Fiorini, introduzione di G. Baratta, Mila-
no, il Saggiatore, 2007, p. 51) «L’umanesimo, in qualche modo, è una forma di
resistenza alle
idées reçues
e si contrappone a ogni genere di luogo comune e di
linguaggio acritico» (ivi, p. 70).
25
Cfr. A. Gramsci,
Quaderni del carcere
, a cura di V. Gerratana, 4 voll., Torino,
Einaudi, 2007 (I ed. 1975), vol. II, Quaderno 7, § 6, p. 857.
1...,210,211,212,213,214,215,216,217,218,219 221,222,223,224,225,226,227,228,229,230,...500
Powered by FlippingBook