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Giosuè Sangiovanni
sciuti, i quali erano venuti ad incontrarmi. Molti altri galantuomini,
sacerdoti e plebei ho incontrato sulla Serra di Fogna. Intanto sic-
come continuava sempre lo sparo dei fucili, quando si è inteso dal
paese, si è colà principiato a suonar le campane a gloria in tutte le
chiese, e ciò è continuato infino a che sono giunto nell’abitato. In
ragione che ci avvicinavamo, cresceva la calca del popolo, in guisa
che giunti al paese la strada era tutta coverta dagli abitanti di ogni
sesso e di ogni età, i quali mi hanno processionalmente accompa-
gnato in mia casa.
Arrivato al principio dell’arco della mia abitazione, ho veduto
davanti il portone la mia povera madre, la quale, non potendomi
distinguere in mezzo alla folla, esclamava, piangendo di allegrez-
za,
dov’è il mio figlio, qual è il mio figlio
, ed accanto a lei il mio buon
zio Giuseppe. Giunto finalmente ov’era mia madre, mi sono fat-
to da lei riconoscere con lo stringerla tra le mie braccia, e col
baciare affettuosamente le sue mani, giacché il pianto mi ha to-
talmente interdetto l’uso della parola. Ho poi abbracciato il mio
zio, e sono finalmente entrato sotto il tetto ove nacqui dopo circa
quattordici anni di assenza
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, in mezzo ai pianti di allegria, alle
grida della gioja, agli amplessi degli abitanti, i quali a gara si preci-
pitavano tutti su di me per baciarmi e benedirmi. La mia buona e
affezionata zia Gaetana anch’essa, che mi attendeva nell’interno
dell’appartamento, interdetta dal pianto mi baciava e riceveva i
miei teneri amplessi, che tra noi in questo giorno sono stati i soli
mezzi con i quali ci è stato permesso dal pianto di comunicarci
scambievolmente la nostra gioja ed i nostri teneri sentimenti in-
spirati dal Sangue e dalla riconoscenza.
Sono quindi man mano venute tutte le signore che non si erano
trovate presenti al mio arrivo, a ripetere la stessa scena di pianto, di
gioja, di affezione e di amplessi; la quale ha continuato durante il
mio pranzo ed infino alle ore tre della notte.
Questo avvenimento, in cui han fatto a gara la sensibilità, l’ami-
cizia, i sentimenti del sangue e dell’amore verso un giovine esule,
che dopo tante sventure ritornava nel seno della sua patria, non si
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Compresi quelli che Sangiovanni aveva trascorso a Napoli.
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