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Diari
<Marzo>
26.
È venuto in Napoli per abbracciarmi mio fratello Benedetto.
Mille sono stati gli amplessi di affettuosa tenerezza, i quali han
servito d’introito alla storia delle nostre individuali disgrazie e di
quelle dell’intera famiglia, prodotte molto più dalla bassa e scelle-
rata condotta di due nostri zii, che dalle pubbliche calamità. Io me
ne sono accorato non poco nell’udirne il racconto; ma la lusinga di
potervi mettere un termine con li miei disenteressati consigli e con
la mia presenza, mi hanno alquanto tranquillizzato.
31.
Mi sono preparato alla partenza per Laurino, ove mia madre e
zio Giuseppe, l’unico buono tra i miei zii, mi attendono con anzia.
Per cibarie dell’ultima quindicina 24.50.
Aprile
2.
La mattina sono partito per Laurino.
4.
Sono giunto in Laurino verso le ore 22.
Speso pel viaggio 5.00.
La maniera affezionata con la quale sono stato ricevuto dai miei
compaesani, merita che io ne faccia dettagliata menzione, per ren-
dere la dovuta giustizia alla loro bontà e per lasciarne memoria a’
miei successori.
Giunto al di là delle così dette Fiumare di Aquara, circa dieci
paesani armati, che attendevano alle falde del bosco di Vito, hanno
principiato a sparare in segno di festa e di allegria. Mio fratello
Benedetto ha corrisposto col suo fucile. Colà giunti ci siamo ab-
bracciati, ed abbiamo proseguito il cammino. Arrivati a Fogna, ho
colà ritrovato molti giovani galantuomini, da me non ancora cono-
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