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Giosuè Sangiovanni
za della più sporca e fetida locanda in S. Pietro a Majella, ove egli
alberga, misciato con la più miserabile plebe. Per non umiliarlo, ho
sofferto, Iddio sa quanto, ed ho taciuto.
Questa mattina sono andato a pranzo dai Signori Agresti. Ho
consegnato a Michele, in un solo incartamento, tutte le carte re-
lative agl’introiti ed esiti fatti per suo conto in Parigi; cioè: 1° un
foglio delle ricevute mensili di ciò che per sua disposizione som-
ministrai ad Emira da che egli partì da Parigi infino a quando io
vi restai, di carattere di quest’ultima; accompagnato da una lettera
di Lei, nella quale gli notava il totale delle somme da me ricevute;
2° Il notamento specificato di ciò che io ricavai colà dalla vendita
di alcuni suoi vecchi mobili ed arnesi di cucina, che non gli era
riuscito di esitare allorquando si vendé i buoni; 3° La ricevuta in
carta bollata del padrone della casa da lui abitata pel pigione che
gli spettava infino al termine del fitto, il quale avvenne il giorno
ultimo di Settembre, 1806. Tutte queste carte sono restate in suo
potere per farne in un momento di ozio la lettura, e saldare ogni
conto ed interesse tra noi.
19.
Mi sono presentato a S. Ecc
a
. il Ministro dell’Interno Signor
Miot, al quale ho consegnato le lettere di raccomandazione dei
Signori Professori Lacépède, Fourcroy, Cuvier, ecc. e del Sig
r
.
Degérandó. Il Sig
r
. Miot mi ha accolto con particolare affezione, e
mi ha invitato per lo indomane a desinare con lui.
21.
Sono andato a ritrovare S. Ecc. il maresciallo di Palazzo, il Generale
Dumas, al quale ho presentato le lettere di sua figlia primogenita.
Egli mi ha presentato all’altra sua figlia maritata col Generale France-
schi, e mi ha invitato a desinare con lui l’indomani.
25.
Sono andato ad ossequiare S. Ecc
a
. il Ministro delle Finanze, Sig
r
.
Roëderer, pel quale aveva ancora delle lettere di raccomandazione.
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