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Giosuè Sangiovanni
doganali che vi era stato la mattina infino passato il mezzogiorno, e
poi non vedendomi giunto era partito. Ciò mi ha molto disturbato,
ed ha fatto principiare il mio male umore contro questa maledet-
ta Città. Io vi sono giunto alle due dopo il mezzogiorno, ed a lui
aveva detto che sarei colà giunto a mezzodì. Questo ritardo è stato
cagionato da qualche sconcerto avvenuto alla vettura, che ci ha
obbligati a fermarci sulla strada.
Ho proseguito il viaggio. Giunto alla Strada di Foria, al primo
udire delle grida selvagge del rozzo popolo napoletano, per na-
turale associazione, mi si sono presentate allo spirito le funebri
tragedie del 99 alle quali queste grida erano l’annunzio della mor-
te e dell’esterminio. Il mio animo si è allora annebbiato di tetra
mestizia, e d’inutile pentimento, ed amarissime lagrime sorte dal
fondo del mio cuore hanno bagnato i miei occhi, presagio forse
funesto di mia futura sorte sotto questo malefico cielo. Non aven-
do ritrovato il mio buon fratello alla barriera, il quale dopo essersi
colà ubbriacato non erasi curato di attendermi altri pochi minuti,
dopo tanti anni di assenza, e non sapendo dove andare, ho fatto
prendere al vetturino la strada di Porta Sciuscella
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per domandare
allo speziale mio compatriota, Sig.
r
Giuseppe Lancellotti, la dimora
del mio buon zio cugino Giuseppe Di Fiore, per andare a mettere
piede in sua casa; ma, essendo colà giunto, mi è risposto che il po-
vero mio zio non era più in vita. Questa funesta e dolorosa notizia
è stata per me un altro elemento di cattivo presagio.
Non sapendo allora dove andare, ho detto al vetturino di con-
durmi ove a lui meglio sembrava. Si è questi diretto in un albergo
sito nella Strada della Corsea
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. Vi sono salito con i miei due com-
pagni. I facchini [che] hanno portato sopra i nostri bauli. Ho dato
loro una piastra
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per paga. Questi, con modi strepitosi ed incivili
me l’hanno buttata ai piedi. Io, di già oppresso da cordoglio ed
irritato da inutile pentimento, e non avvezzo a simile incivile an-
damento, sdegnato come tigre, ho messo di mano alle pistole per
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Quella opposta a Port’Alba, all’altro estremo della Via di Port’Alba.
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Via lunga e stretta fra le attuali Via Medina e Via Toledo.
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Nel Regno delle Due Sicilie il nome fu dato alla moneta d’argento di ca. 27
grammi, emessa nel XVIII e XIX secolo.
1...,264,265,266,267,268,269,270,271,272,273 275,276,277,278,279,280,281,282,283,284,...338