Vittorio Martucci
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Ed era stato buon profeta.
Ma se Parigi è la meta agognata, il luogo a cui far riferimento per
dare senso a tutta un’esistenza, le pagine dei diari respirano anche
un’altra aria: l’atmosfera di un viaggio, anch’esso al servizio di una
formazione, una lunga e appassionata
Bildungsreise
. A seguire l’au-
tore lungo le strade d’Oltralpe un po’ si sorride per la minuziosa
pignoleria con cui ci indica la progressione delle tappe, con infinite
annotazioni di curiosità storiche e geografiche, talora interessanti e
talora no; e soprattutto con estenuanti elenchi di città, borghi, fiu-
mi, villaggi, i cui nomi spesso recalcitrano in forme approssimative,
vero tormento per chi voglia ricostruire compiutamente i diversi
itinerari. Ma si finisce per essere indulgenti per il candido entusia-
smo con cui è menzionata la “bella gioventù” di un luogo o per lo
scrupolo professionale con cui viene segnalata la presenza di un
ospedale confortevole. Affascina, soprattutto, il modo sottile col
quale Sangiovanni “gioca” talora con se stesso nella parte dell’esu-
le affaticato, in perenne cammino. C’è in queste pagine molto di
quella
Wanderlust
, di quel piacere un po’ svagato dei viaggi di cui
si alimentò il primo Ottocento, attraverso le ariose descrizioni di
Eichendorff o l’ammirazione per i paesaggi alpestri, sulle orme
del nuovo gusto ispirato dai dipinti del pittore Salomon Gessner e
dalle escursioni del geologo Horace-Bénédict de Saussure, svizzeri
entrambi. Soffermiamoci ad esempio, su questo non disprezzabile
quadro montano:
In questo luogo l’occhio dell’osservatore è colpito nel tempo
medesimo dall’ammirazione e dallo spavento. Egli vede sotto a’ suoi
occhi il Reno che si frange fra le falde dei monti pochi palmi fra loro
distanti, in modo sforzato e precipitoso. Si volge all’intorno e vedesi
cinto e chiuso fra angusti dirupi. Solleva la sua testa verso del cielo,
e scorge appena le vette dei monti che lo sepelliscono. Sorpreso egli
allora dall’aspetto di tali opere colossali ed eterne della natura, e rapito
dall’effetto meraviglioso ch’esse producono sull’animo suo, s’immerge
nelle più profonde meditazioni, ed in modo umile e rispettoso ne
ammira l’infinito potere.
(1° maggio 1801)
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