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Diari
stanze e della stufa, abbiamo quindi preso ristoro con buono pran-
zo ed ottimo vino, e ci siamo messi in tal modo in istato di poter
proseguire il nostro viaggio.
Giunta l’ora destinata per la nostra partenza, non potevamo rin-
venire i selvaggi di Splugen che portavano con i loro cavalli i nostri
effetti, e che dovevano condurci infino ad Isola. Si erano questi
nascosti nelle scuderie. Ritrovati finalmente, si sono ricusati con
modi aspri e villani a proseguire il cammino. Sollecitati, ci hanno
minacciato e nel tempo medesimo consigliato a lasciarli tranquilli
se volevamo giunger salvi a casa nostra. Conoscendo che avrebbe
dovuto loro usarsi qualche cosa <di più> al di là della forza, e che
noi eravamo deboli e soli, ho consigliato a’ miei compagni di porre
i nostri sacchi sul dorso e proseguire in pace il nostro cammino.
Dopo avere poco altro salito, abbiamo ritrovato una lunga disce-
sa, sempre tra nevi e duri ghiacci, che ci ha condotti infino ad Isola,
picciolo ed infelice paese lontano sei leghe da Splugen, tragitto che
abbiamo fatto sempre a piedi, e fra la profonda neve.
Isola è il primo paese italiano che appartiene alla Cisalpina. Dal
declivio della montagna, verso Isola, nasce il fiume detto…
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che
scende in Italia. Verso questa parte la salita è molto rapida.
Questa montagna, che è la più alta delle Alpi
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, non può idearsi
se non da coloro che la veggono con i propri occhi. Essa è vasta,
alta ed immensa, e vedendola si concepisce l’idea del caos. Questo
giorno sarà sempre per me memorando.
L’alloggio ed i viveri si sono avuti in casa del municipalista, che
fa l’oste; dal quale sulle prime siamo stati ricevuti aspramente, per
compimento dell’opera.
3.
Da Isola a Chiavenna, leghe 7.
Si cammina sempre tra aspri monti e continui dirupi. Quivi il
fiume… prende successivamente aumento. Per istrada s’inontra-
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Il torrente Liro.
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Evidentemente l’autore si riferisce alla zona da lui attraversata.
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