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Giosuè Sangiovanni
guisa che altro non si vede che un’infinita estensione di bianco, la
quale confina col cielo, ed offusca particolarmente la vista.
Durante il viaggio ha continuamente nevigato, e con molta vee-
menza; ma, allorché siamo giunti sulla cima della maledetta mon-
tagna, l’impeto del vento e l’abbondanza della caduta della neve
sono divenuti sì grandi, che ci siamo veduti vicini a perder la vita
per effetto del freddo e della soffogazione. La pioggia della neve
era tanto abbondante, che covrivansi all’istante e sotto i nostri oc-
chi le tracce segnate dalla vacca che trascinava la slitta, e dai cavalli
che portavano i nostri bagagli. In questo luogo il nostro compagno
Vito Netti, il quale è partito questa mattina da Splugen a digiuno,
e che ha sempre cavalcato, per profittare di ciò che ha speso per
la cavalcatura, è caduto a guisa di sasso sulla neve, intorpidito dal
freddo, davanti a’ miei piedi. Io l’ho soccorso all’istante col kier-
schwasser che portava nella mia fiasca, gli ho fatto coraggio, ed
avendolo fatto appoggiare al mio braccio l’ho messo in camino, e
l’ho sostenuto infino a che ne ha avuto bisogno.
Sulla sommità della montagna l’impeto del vento e l’abbondan-
za della caduta della neve sono stati sì forti, che la vacca nostra
guida ha affondato nella neve. È facile l’immaginarsi qual sia sta-
to [
sic
] in quel momento la nostra costernazione! Uniti agli uomi-
ni che accompagnavano la vacca, senza perder coraggio, abbiamo
insieme scaricato la slitta, si è fatto un largo fosso d’intorno la
vacca, ed avendola afferrata chi per le corna, chi per gli orecchi
ed altri per la coda, l’abbiamo ajutata ad uscire fuori dal fosso ed
a farla mettere in cammino.
Intanto, in questo mentre noi eravamo soffogati dal vento, op-
pressi dalla neve e agghiacciati dal freddo. Ad ogni passo restava-
mo immersi a metà nella neve, e non potevamo vederci l’un con
l’altro. Per non ismarrirci formavamo tutti catena tenendoci per la
mano. Abbiamo continuato in questo stato infelice per circa un’o-
ra; ma finalmente siamo giunti all’albergo, che è sulla cima della
montagna, ed a metà del cammino. È questo sepolto sotto una
montagna di neve, e per entrarvi, vi si è praticacata [
sic
] un’apertura
ben lunga: lo stesso si è fatto per far giungere il lume alle finestre.
Qui ci siamo prima ristorati con l’esporci per gradi al calore delle
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