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Diari
[una] la tenacità necessaria.
Ho scritto al ministro della Guerra, Generale Berthier, per otte-
nere di restare in Parigi, in considerazione della vita applicata che
vi menava.
7.
Sono andato alla lezione di Cuvier.
Questa sera ho ricevuto la risposta del ministro della Guerra
Generale Berthier alla mia lettera scrittagli il giorno 5. Egli si è ne-
gato alle mie preghiere, e, di più, mi ha inculcato a subito partire.
Pazienza!
8.
Quest’oggi ho veduto manovrare nel Campo di Marte le truppe
consolari, comandate dal Generale Lamas [
sic
].
9.
Sono stato chiamato questa mattina allo Stato maggiore di Parigi,
ove mi hanno messo in arresto per non essermi infino allora pre-
sentato per partire. Dopo due ore di detenzione, mi hanno dato il
foglio di
route
in qualità di Capitano in ritiro
133
, e mi hanno messo
in libertà, con l’obbligo però di partire sulla mia parola d’onore, la
mattina del 12 corrente.
Mi si è dato per l’intennità del viaggio da Parigi a Lione L. 146.00.
Insieme con me sono stati chiamati e detenuti diversi altri miei
compatrioti, i quali han dovuto soggiacere ugualmente allo stesso
inesorabile destino.
Michele Agresti, avendo saputo che io era in arresto, è venuto
per cercare di farmi liberare; ma essendo stato conosciuto per na-
politano, è stato anch’egli arrestato. Per esser liberato ha scritto
all’altro ministro della Guerra, Sig
r
. Lacué, dal quale era personal-
mente conosciuto, il quale lo ha fatto subito mettere in libertà,
essendo l’Agresti capitano delle truppe francesi in ritiro, e pensio-
nato del Governo.
133
Della defunta Repubblica napoletana.
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